Non c’è fine alla gara di chi lo fa più “strano”. È di questi giorni il turno di un recente video diventato virale in cui si vede una ragazza che a bordo di una piccola imbarcazione immerge una frisella nell’acqua del mare; non solo, la condisce con pomodorini e mais e, ciliegina finale, la arricchisce con bocconcini di mozzarella, ovviamente sempre immersi nell’acqua marina e spremuta sulla pietanza, prima di essere ingurgitata con gusto. Il filmato sembra però nato nel contesto di qualche iniziativa social che mette in evidenza un comportamento irresponsabile e assolutamente da non replicare. Il problema è che ha suscitato numerosi apprezzamenti tra i followers di questo account.

Tra le cose più sottolineate, il riferimento alla “frisa sponzata a mare”, un pasto tipico dei pescatori, in particolar modo quelli pugliesi. In altre parole, è passato il messaggio che il pasto consumato dalla ragazza è un omaggio a un piatto legato a qualche tradizione e che non c’è nulla di male in quel gesto. Tutto vero, o quasi, se non fosse che la ragazza non si trova in mare aperto (e comunque su questo andrebbero chiarite ancora alcune cose), ma in una sorta di baia dove sono presenti diverse imbarcazioni, anche grandicelle.

E dove c’è elevata concentrazione di barche, l’acqua pullula di idrocarburi, oli e altre sostanze legate alla propulsione delle imbarcazioni, di certo non pensate per il consumo umano. Ma non solo. Poiché i servizi igienici delle barche scaricano a mare, nei punti in cui si concentrano i natanti è spesso un florilegio di enterobatteri e batteri fecali come l’Escherichia coli, oltre a virus e altri agenti patogeni legati.

Dalla “frisa sponzata a mare” alla spaghettata in barca, attenzione ad usare l’acqua di mare per cucinare: “Gravi rischi, compresa la morte”

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